mercoledì 13 ottobre 2010

Quando torni? (a Vincenzo Orsini ad un anno dalla sua morte - 131010)

Quando torni? (a Vincenzo Orsini ad un anno dalla sua morte - 131010)
Gelida non per il freddo sull’uscio di casa Sara aspettava il mio rientro dopo l’ennesimo trasloco serale di questo peregrinare “E’ morto” mi ha detto soltanto ed è corsa in casa ad aspettare il mio abbraccio Mauro e Massimo già dormivano ignari che il nonno avesse appena “varcato la soglia” perché aveva finito il suo compito qui sulla terra e se ne era andato senza il tempo di salutarli Matteo era ancora e solo un accenno mi piace pensare “babbo” che tu lo abbia incontrato nel saliscendi dalla terra al Cielo “E’ morto”
improvvisamente dopo cinque anni di malattia affrontata giorno per giorno a testa alta senza mai trasmetterci il peso di questo logorio Ed una settimana prima ti avevo visto invecchiato come non mai Ed una settimana prima ti avevo visto Dolorante come non mai Ed una settimana prima….. mi stringevi ancora forte la mano e nel mandarmi via dall’ospedale perché notavi il mio imbarazzo mi hai detto come sempre “vai da li frechi…. stai attento a li frechi” Certo che ci sto attento babbo ai tuoi nipoti che ci chiedono sempre di te ma soprattutto ci chiedono quanto torni e non so mai quale sia la risposta giusta Perché una volta attingo al Vangelo quell’altra alla speranza a volte alla rassegnazione Quando torni fammelo sapere che andremo da Midio con Stefano ed Alberto e ci mangeremo e berremo tutto quello che fa male tutto quello che le nostre mogli non vogliono perché ci vogliono Quanto torni fammelo sapere che andremo con Fefo ed Ivano ad accogliere Babbo Natale che viene col trenino per i bambini di Venarotta Quando torni fammelo sapere che ci fermeremo all’angolo con Zio Mimmo a parlare di politica finché avrà spostato gli occhiali dalla fronte agli occhi e ci ritireremo solo dopo un aperitivo con Adriano prima che faccia tardi Quando torni fammelo sapere Che Mauro ti aspetta per imparare il mestiere come gli dicevi e Massimo ti aspetta per fare a botte e Matteo ti aspetta perché merita anche lui Il tuo abbraccio Quando torni? ma che cosa sto dicendo. Una notte sei tornato hai abbracciato così forte Silvana che ha avuto proprio la sensazione tu fossi li Anche i tuoi figli chi più chi meno ti hanno rivisto o sentito con suoni a volte impercettibili altre volte con indicazioni sulla vita E’ passato un anno il primo senza babbo in ogni occasione dal compleanno di Sara alla Cresima di Lucia al battesimo di Matteo fino alla festa del Papà e del Nonno E’ passato un anno Babbo ed è difficile per tutti noi trovare il nuovo equilibrio pensare solo ai vivi perdonare la pochezza di molti che fingendosi eterni sono spariti dopo il funerale Di eterno c’è solo il tuo ricordo babbo che resterà per sempre per le strade che hai percorso e non solo grazie alla targa che ora corona il Gazebo Di eterno c’è solo il tuo ricordo Babbo nel cuore di chi come don Umberto ancora cerca un sostituto Nel cuore di chi come me ha avuto la grazia di viverti per pochi anni cercando di attingere il più possibile al tuo essere Padre Dal tuo nuovo letto terreno vedi le tue montagne la foto ti ritrae con lo zaino in spalla pronto a partire per un nuovo viaggio per un altro lavoretto da fare per un piccola porta da sistemare mentre il Gazebo Enzo Orsini si trova in via Giovanni Paolo II due uomini accostati nell’esemplarità del dolore della fede della paternità irrinunciabile Avrei voluto vederti su quelle montagne con la fila di nipoti appresso ce li porterà Nico, caro Babbo che sui sentieri di Enzo sta cercando anche i suoi mentre Ugo i suoi sentieri li ha sparsi nel mondo per aprire i suoi e nostri orizzonti e Lucia cambia ogni giorno seguita a vista da chi sai tu e sai cosa vuol dire Di Sara che dirti, Babbo te la racconto ogni giorno con queste stesse mani così come sicuramente Stefano ti parlerà di zia Lella Come vedi ci siamo tutti manchi solo tu ma la tavola è imbandita il tuo posto c’è sempre che sia qui o lassù saremo tutti di nuovo assieme e mi raccomando il primo bicchiere versalo tu

Giorgio Gibertini Jolly

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