giovedì 8 settembre 2011

Buttiglione: Silvio lasci, ci aiuti salvare il Paese e avrà un «salvacondotto» anti-vendette

Dopo aver letto l'intervista che vi riporto qui sotto, apparsa oggi su Avvenire, mi ha preso un senso di inquietudine. Da tempo nelle sale adiacenti la Camera ed il Senato si parla di una manovra per "salvare" Berlusconi dalla fine a monetine di Craxi e dall'esilio ad Hamammet. Spesso girano voci, anche le più fantasiose tanto tutti possiamo dire tutto senza paura di essere smentiti. La politica oggi è sicuramente più originale di tutte le proposte messe in campo.
Vedermi spiattellato su un quotidiano nazionale tutti questi retroscena mi ha inquietato, sia per i retroscena stessi sia per l'uscita pubblica.
Condivido la linea del non buttare il Silvio con l'acqua sporca ma la democrazia, in tutto questo, dov'è?
Che ne pensate?
Il mio animo è inquieto. Inquieto vivere.
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Buttiglione: Silvio lasci, ci aiuti salvare il Paese e avrà un «salvacondotto» anti-vendette
intervista
 pubblicata da Avvenire il 08 settembre 2011
Il presidente dell’Udc svela un lavorio diplomatico per voltare pagina. E avverte: fin quando c’è lui la speculazione non ci molla

"Salus rei pubblicae suprema lex esto, la legge più alta è la salvez­za della Repubblica». Rocco But­tiglione allarga le braccia e ragiona ad alta voce su un progetto che, se andasse in por­to, finirebbe con il cambiare il volto alla le­gislatura e anche al Paese. «Vorrei scrivere a Berlusconi. Poche parole, ma chiare, oneste: 'Silvio in queste ore la crisi è terrificante e il grande tema su cui si ragiona è la salvezza del Paese... Se ci aiuti acquisirai un credito in nome del quale i peccati ti saranno per­donati ».
Professore queste sono parole: spieghi il progetto

Vuole un titolo? Ecco­lo: Berlusconi passi la mano, lasci la guida del governo e i suoi pro­cessi penali verranno bloccati. Tutti. Il pre­mier ci dia una mano a salvare il Paese dalla speculazione che an­drà avanti fino a quan­do
non farà una scelta e noi lo garantiremo da vendette, da rappresaglie, da espropri, dal carcere. Non potremo bloccare azioni e processi civili, ma i procedimenti penali sì. E...
...Lo
farete?
Stiamo lavorando in questa direzione e c’è
un modello americano da prendere come e­sempio: Gerald Ford diede a Richard Nixon il perdono presidenziale e bloccò i processi che erano iniziati con lo scandalo Waterga­te. Lui strappò Nixon dal carcere, noi po­tremmo fare altrettanto per Berlusconi. Già potremmo lavorare a un salvacondotto giu­diziario che aiuti il premier a superare dub­bi e paure.
Berlusconi lo cono­sce: non si fiderà mai.

Il cerchio si sta strin­gendo. Ha visto Beppe Pisanu... È una perso­na intelligente e pru­dentissima, non a­vrebbe mai detto 'Ber­lusconi dimettiti' se non avesse la convin­zione di avere dietro qualcuno e qualcosa di
consistente.
Insisto: Berlusconi non ha nessuna inten­zione
di cedere...
Ascolti chi gli vuole bene. Ascolti anche quel­li che nel Pdl gli dicono che così non si può più andare avanti e ci aiuti a voltare pagina.
 Che c’è sull’altro piatto della bilancia?
Il capo dello Stato potrebbe collaborare per individuare una strada, per immaginare u­na via d’uscita. Oggi non c’è, ma siamo de­terminati a trovarla. Per fare quello che fece Ford con Nixon. Vede, per il bene del Paese le vicende giudiziarie di Berlusconi vanno chiuse, vanno avviate su un binario morto. Noi siamo tutti decisi a provarci.

Crede che il Colle sia disposto ad ascoltare l’Udc? A immaginare un salvacondotto?

Lei sa quanto sia alta l’ammirazione dell’Udc verso il lavoro del Quirinale

Questo che cosa signi­fica?

Credo che le cose che sto dicendo si possano legare all’offensiva di­plomatica e silenziosa che si è messa in moto in queste ore: Napoli­tano sa da sempre che in momenti dramma­tici bisogna avere il co­raggio di decidere fuo­ri
dall’ordinario. E questo è un momento as­solutamente drammatico.
Professore può essere più chiaro?

No, basta, ho già detto tanto e rischiare di an­ticipare le proposte può rendere le cose più complicate di quanto devono esserlo. Si ac­contenti e aspetti: molti si stanno muoven­do e alla fine ci sarà un’ampia maggioranza parlamentare decisa a puntare su una ri­conciliazione nazionale. E chiudere lo scon­tro su Berlusconi in un modo che non lasci né vinti né vincitori.

L’obiettivo è insomma passare oltre?

Esatto, perfetto: è passare oltre, è aprire una fase nuova, è far nascere un governo di re­sponsabilità che possa rassicurare i merca­ti. Silvio ci ascolti: se uscirà bene, molti pec­cati gli verranno perdonati, altrimenti il ri­schio è che gli vengano addossati anche quelli che non ha commesso.

Proviamo a capire: perché dovrebbe lascia­re?
Ma non ha capito? C’è un’emergenza, una terribile emergenza. Dobbiamo fare scelte dure, prendere decisioni impopolari. Serve una larga intesa. La Bce ci ha dato ossigeno, ha comprato i nostri titoli, ma non possia­mo vivere per sempre sperando nel soste­gno della Banca centrale europea.
Professore, la Ue ha appena promosso la manovra

Ma è una promozione a tempo. Servono al­tri sforzi, altri sacrifici. E l’impressione è che verso l’Italia ci sia una forte sfiducia politi­ca. I mercati non valu­tano solo la quantità della manovra, valuta­no l’affidabilità politi­ca del governo e l’unità del Paese nel difende­re le posizioni. Oggi quell’unità non c’è: c’è una maggioranza in­capace di prendersi delle responsabilità politiche di fronte al Paese e all’Europa. E una parte dell’opposi­zione che va in piazza contro la manovra. Le faccio una domanda: se lei avesse prestato dei soldi all’Italia glieli presterebbe di nuo­vo davanti a quello che sta succedendo?

Lei lo farebbe?

Le faccio una confidenza: io ho comprato ti­toli di Stato italiani per patriottismo e per dovere istituzionale, ma se avessi dovuto in­vestire i soldi della mia mamma che oggi non c’è più, non so se l’avrei fatto. Per questo di­co: voltiamo pagina. È ora di un governo di responsabilità capace di mostrare consape­volezza delle difficoltà del momento e di di­stribuire sacrifici in modo equo.

Lo potrebbe guidare ancora il premier?

Se l’unità si potesse realizzare attorno a lui lo voterei senza esitare un istante. Ma non si può, oggi Berlusconi è un ostacolo. Che de­ve solo capire che serve la sua generosità per voltare pagina e salvare l’Italia dal baratro.

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