mercoledì 28 marzo 2012

Benedetto XVI al Capezzale di Fidel Castro: tra due papi e la malattia

14 anni fa fu Giovanni Paolo II a visitare come Pontefice, per la prima volta, l'isola di Cuba e negli occhi abbiamo tutti le immagini di quell'evento a cominciare da un Fidel Castro in giacca e cravatta come non si era mai visto, applaudire ed assentire col capo, al discorso del vecchio e malato pontefice davanti ad un milione di persone.
Ricordo anche Fidèl sostenere con le mani il passo del Papa non badando al protocollo che vieta ogni contatto fisico col Pontefice: una immagine quasi tenera a dispetto di tutto quello che si diceva, e si dice, su Castro.
Ora Fidèl da qualche anno è malato, fuori dalla scena, giace infermo nel suo letto lottando contro la malattia per vivere mentre suo fratello Raul ha ereditato il potere ed il governo della piccola isola caraibica.
Fidel, due papi, la malattia: tre fattori che si rincorrono nel tempo scambiandosi d'abito.
Questa sera, dopo tre giorni in Messico, il Papa atterra a L'Avana (lì saranno le 14) e tutti si stanno già domandando: visiterà o no il malato Fidèl Castro?
Nessuno lo sa, riserbo assoluto su tutto ciò che non è concordato e programmato. Staremo a vedere. Io spero che Benedetto XVI vada da Fidèl non solo per provare a convertirlo (la figlia oggi su La Stampa dichiara che suo padre non si convertirà mai semplicemente per il fatto che si considera immortale) ma per portargli sollievo per il corpo e per l'anima, per visitare un malato sofferente, per provare a salvargli l'anima come ogni giorno nel mondo fanno decine di migliaia di sacerdoti e laici verso altrettante migliaia di persone malate. Insomma, per fare quello che faremmo noi se venissimo a sapere che lì vicino c'è una persona sola ed abbandonata bisognosa di conforto.
Spero anche che di tutto questo si sappia niente e che rimanga una visita privata lontano dalle televisioni e dal clamore dei media. C'è un popolo intero "malato" a Cuba in attesa del suo Papa: parliamo di Lui.
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