mercoledì 17 aprile 2013

E’ morto correndo verso suo padre, a Boston, in ogni angolo del mondo

Correva verso il suo papà che stava giungendo al traguardo della maratona di Boston. E’ riuscito ad abbracciarlo poi, il piccolo Martin, è ritornato dietro le transenne a sua mamma e dai suoi fratelli e lì, in quel momento, la prima bomba è esplosa uccidendolo, uccidendoci. Quella bomba ha ucciso tutti i nostri abbracci. Tutte le sere, quando rientro a casa, i miei figli mi aspettano sulle scale e mi corrono incontro saltandomi letteralmente in braccio. Dal più grande al più piccolo. Quella bomba ha ucciso per un attimo tutti i nostri abbracci, la voglia di un buongiorno foss’anche piccolo come questo spazio che di nome fa buongiorgio ma che oggi vorrebbe chiamarsi: fanculo!
E’ la prima parolaccia che scrivo, e vi chiedo perdono, ma penso al buongiorno del Padre di Martin: la bomba travolge in pieno il piccolo e sua sorella, che secondo i media statunitensi avrebbe perso una gamba. Anche la mamma dei due bambini, Denise Williams, sarebbe rimasta ferita, ma in maniera meno grave. (fonte)
Lui farà fatica a dire buongiorno tutti i prossimi giorni quando ogni corsa avrà dentro ogni passo il tonfo della morte e l’odore schifoso di sangue, compreso quello dei suoi figli.
Perché esiste, mio Dio, questa gente che distrugge la vita degli altri, dei bambini? Manda o Signore il tuo Spirito Consolatore per questa famiglia e che dia anche un forte schiaffo a me che me lo merito perché dico parolacce e le scrivo anche!

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