lunedì 10 marzo 2014

Quando giocavo a tennis con l'amico Mario Palmaro...

La prima volta che giocai a tennis con l'amico Mario Palmaro fu (credo?) durante il Quarenghi di Fara San Martino. Ci alzavamo presto per giocare dalle 7 alle 8,  prima dell'inizio del tempo di formazione, per non perdere neanche un momento di quegli approfondimenti così necessari per il nostro intelletto e per il nostro impegno per la vita.
L'allora responsabile nazionale dei giovani, Cinzia, si divertita a rendicontare, sommariamente, il nostro match e poi dava il via alla giornata di formazione.
Noi abbiamo continuato a giocare spesso finché ho vissuto a Milano. Mario mi raggiungeva a Novate Milanese e giocavamo presso l'oratorio femminile: una volta vincevo io, l'altra lui. Giocavamo allo stesso livello, belle partite sempre, per questo andavamo d'accordo... sul campo.
Fuori dal campo da tennis ho condiviso il 90 per cento delle sue idee ma spesso non la loro attuazione e promozione.
Quando sono diventato responsabile nazionale dei giovani, in una delle frequenti cene a casa sua a Monza, ho chiesto a Mario consigli e lui, pur non condividendo in toto la mia nuova linea, non ha mai mancato di aiutarmi, sostenermi, quasi fosse un mio fratello maggiore.
Ecco chi era Mario. Una persona capace di una dialettica feroce ma poi disponibile ad allungarti il pane ed accomodarti la sedia per cenare assieme con sua moglie, Annamaria, ed i suoi figli.... e poi finire sul divano a vederci assieme un derby (io milanista, lui lo sapete!)
Con Annamaria spesso al gruppo universitario scherzavamo.... e ci dicevamo: chi è Palmaro? Il marito di Annamaria!
Poi Roma mi ha allontanato da tutto e da tanti e sono rimaste tante "palline" sospese tra di noi. Ogni tanto quando Mario veniva nella capitale per insegnare ci siamo visti, il tempo di un caffè, come si fa "da grandi", sommersi dai mille impegni e dai tanti figli.
Grazie Mario per tutti quello che hai "scritto" (in ogni senso) perché spesso ho sfruttato le tue parole, il tuo esempio, le tue "stilettate" per portare avanti la nostra testimonianza.
Grazie che nella prefazione ad un mio libro mi hai definito "reazionario".
Prego per te (ma tu prega per noi!), per Annamaria e la tua famiglia! Dio, porta loro consolazione e forza!
Certo Mario, sei morto il 9 marzo, giorno della fondazione dell'Inter: anche su questo sei stato preciso ed hai voluto dare testimonianza fino a consumarti nella morte.
Ti abbraccio
Jolly




1 commento:

Anonimo ha detto...

certo ke stato materiale buono tennis inter pensieri per cose profonde...........diverse kissà

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