giovedì 10 dicembre 2015

Non aprite quella porta: quel senso di inadeguatezza ai limiti della Porta Santa - Qelsi

Ho avuto un senso di “inadeguato” nel guardare fisso in televisione, attorniato dai miei figli e mano nella mano con mia moglie, l’apertura della Porta Santa, ad opera di Papa Francesco, che ha dato il via, simbolicamente, all’Anno Santo Straordinario della Misericordia.
Avevo gli occhi gonfi di lacrime al ricordo dell’anno santo del 2000, con Giovanni Paolo II tremolante in ginocchio davanti al Portone, e pareva non riuscisse ad alzarsi, e nello scorgere Papa Benedetto XVI, molto tremolante, passare quel varco reggendosi sul bastone.
Varcare la soglia della Speranza, scrisse allora Papa Wojtyla.
Poi quell’abbraccio caloroso tra Papa Francesco e Papa Benedetto XVI ha sciolto ogni indugio: le lacrime hanno ceduto il posto al sorriso, alla gioia e mi sono detto: voglio trovarmi presto ai piedi di quella Porta e passarla anche io per provare, di nuovo, a rinnovare la mia vita e convertirmi.
Se vi sentite inadeguati, come me, non aprite quella Porta: nessuno è obbligato a farlo, si può anche restare fuori e far finta che il mondo, il nostro mondo, vada bene così. Sostate fermi in preghiera finchè lo Spirito Santo vi guiderà il primo passo, altrimenti retrocedete.
Quell’abbraccio tra i due Papa ha dato il via alla Misericordia che prima di tutto deve essere con Dio, con noi stessi e tra noi cristiani.
@giorjolly

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